
La condizione stessa del presepe viene a rafforzare, con la sua indicazione semantica di recinto che precede, il concetto forte della partecipazione, meglio se responsabile e adeguata al divenire dei tempi.
Nel recinto del presepe si raccolgono gli artigiani, i pastori, gli animali, le donne, le bellezze della natura semplice creata dal vischio e dalla terra stessa; all'interno la determinazione della luce che ognuno va ad adorare e ad illuminarsi, al tempo stesso, definendo il riferimento massimo (nato dalla trasformazione del verbo in carne) quale esempio di dedizione, di fedeltà e di adorazione.
Non sembri un caso il fatto che si sia fatto ricorso all'uomo stesso per rappresentare la divinità; ma non sembri un caso nemmeno il fatto che in quel recinto si raccoglieva e si radunava la società del tempo, fiduciosa, adorante e partecipe dell’avvento.
In casa l'uomo, in società Dio! Per la soluzione dei piccoli problemi occorre l'uomo, per i grandi problemi occorre la politica, di dedizione e di servizio.
Credo che mai nessuno si sarebbe recato al presepe se all'interno della stalla ci fosse quanto negli ultimi tempi permette un gran parlare per via di certi personaggi assetati del denaro raccolto nel recinto, anche con minacce, per trarre benefici ludici, personali e fisici.
Rimane messaggio di luce quello del presepe, ma rimane anche un messaggio che richiama alla responsabilità, prima quella individuale della partecipazione e poi quella oggettiva della vita pubblica la cui moralizzazione può dipendere soltanto da noi, anche pagando un prezzo alto, ma sempre molto basso per ricostruire l'onestà e la legalità.
Sia esso un Natale di luce: la luce della conoscenza e della ragione.
Buon Natale a tutti!
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