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... ciao bà ...

giovedì 30 ottobre 2008

I colori e i versi nell’arte

Si dice che la passione tinge le cose dei suoi colori e determina l’essenza dei comportamenti, la natura delle idee, la lealtà del pensiero. Vedete, l’uomo, nella sua grandiosità interiore, svolge e organizza l’impensabile per molti, determina i percorsi dell’anima e si pone a paragone dell’agire comune divenendo esempio oppure demolitore. Ogni uomo è parte di un sistema che ha il computo di abbellire la vita per gli altri, ma anche per se, e il solo essere significa partecipare la continuità andando ad arricchire quella eredità che è solo contenibile nel cuore.
Si potrebbe affermare che la passione è la espressione artistica che ogni uomo, in quanto essere perfettibile, custodisce in se e dovrebbe essere sempre pronto a farla emergere. Tutto può diventare colore e bellezza per gli occhi, come tutto può divenire gioia di vivere.
Molto spesso, nella vita, si va a passioni; e molto spesso quelle passioni che sono identificabili nell’altra persona, nel lavoro, nell’arte, riescono ad avvolgere le espressioni silenziose dell’anima.
La passione è come un vettore ad alta velocità, come una scarica elettrica che produce la luce ed abbaglia rendendo subliminalmente vero ogni attimo fuggente.
I versi sono il risultato passionale di un desiderio, di una dedizione, della volontà di trasmettere un proprio pensiero per scoprire, per identificare, per conoscere. I versi sono la fotografia del tempo in quanto determinano il già vissuto e ripropongono il dover vivere in forma più sicura, più giusta, più corretta, coinvolgendo tutto e trascinando dolori e costruendo le gioie che sono rappresentate dalle sicurezze acquisite, se solo si ha la capacità di tenere appena fermo lo sterzo con un dito.
L’uomo ricerca continuamente se stesso, che non è più il proprio ego, ma quell’es oggettivo che lo rende parte integrante della globalità, ma che non globalizza, semmai gli conferisce la giusta impronta.
Ci rallegriamo quando diciamo una bella parola, quando offriamo un sorriso, quando doniamo uno sguardo, quando, soltanto, facciamo vedere ad un’altra persona un oggetto che ci è piaciuto comprare e fare nostro. D’altronde anche il corpo sente la necessità di abbellirsi quando incontra una persona, la persona amata, quella desiderata, persino quella stimata; si organizza, inconsciamente, per farsi notare, per rendersi piacevole, per conquistare la considerazione.
Molto spesso le cose che facciamo con passione sono migliori di quelle che facciamo a pagamento, eppure non ci producono denaro, ma benessere interiore che ha bisogno soltanto di doni e di riconoscenza.
Diceva uno scrittore orientale che: “Ognuno di noi ha scritto sul petto una frase: Fatemi sentire importante!” Non credo che nel passato ci fossero i salari, gli stipendi, le pensioni, ma tanto bisogno di vita e desiderio di donare perché faceva parte del modo di vivere.
Ritorna oggi forte l’esigenza di trovare una risposta ad un mondo che ha fondato il tutto sul reddito, e poi sul credito, e poi sul prestito e poi sui mutui che hanno finito con lo stravolgere la vita stessa, annullare i salari e cancellare, o quasi, i risparmi di una vita per coloro i quali hanno avuto la fortuna e la forza di farlo. La stessa cosa sembra stia accadendo per le professioni, per i mestieri, ma non per le arti.
Io sono convinto che dopo questo disfacimento economico la sola cosa che emergerà con valore è la conservazione del posto di lavoro per continuare ad attestare la propria presenza; ma sono anche convinto che il lavoro dovrà tingersi dei colori della passione per rinnovarsi e per riproporsi innovativo e creatore. Molti mestieri sono già scomparsi e se ancora sopravvivono è per permettere la sopravvivenza, ma è passato il tempo della professione chiusa, della attività nascosta, della trasmissione a chi non sa, del parlare per sentito dire, dello scrivere per copia-incolla, del fare perché tutti lo fanno.
Il modo di vivere, il pensiero è oggi profondamente cambiato ed ha bisogno di linfa continua per rilanciare l’emergente insistente, per svolgere i dubbi, per superare le incertezze e per vincere, soprattutto, il male che rimane essere di entità di gran lunga maggiore del bene, e continuerà ad esserlo se solo ci lasceremo trascinare dalla giocondità e dalla festosità. Occorre vivere con passione.
Oggi, mi pare che sia essenziale parlare di passione in tutto quello che andremo a fare per rivivere la epifania della riflessione e del giudizio.
Si richiede maggiore impegno, più efficacia ed efficienza, ma di riferimento e di sicurezza, di certezza e di adeguato utilizzo della saggezza, che non ha età, così come la qualità della persona della quale, ormai, ne sentiamo tutti la necessità per dare senso alle cose, per reprimere l’effimero e per andare a ricominciare la costruzione dell’io oggettivo assennato. L’arte possiede il dono del miracolo.

Angelo Scialpi
Associazione Culturale “Agnini” – San Giorgio J. - Venerdì, 30.10.08