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martedì 14 luglio 2009

I quadrati magici tra gioco, mito e ricerca psicologica

La regolarità di questa figura permette un utilizzo del termine abbastanza ampio e in varie discipline. In architettura, in matematica trova una ampia utilizzazione che tutti conosciamo; nella nautica... Nella terminologia militare viene usato dalla cavalleria per indicare uno schieramento che non ha bisogno di scambio di fronte.
Nella linguistica trova una applicazione che è vicina alla identificazione del pensiero profondo della persona. Il quadrato semantico, come lo chiamò De Saussure, è lo schema grafico con quattro termini che evidenzia un certo numero di correlazioni legate tra elementi linguistici. La ricomposizione di un quadrato è presente nella ricerca dello psicologo

Se hai tra le mani quattro bastoncini, la prima cosa che ti viene in mente di fare è quella di organizzarli per dare vita ad una forma utile possibile. Comunque li disponi, scopri che la figura che naturalmente si determina è quella di un quadrato, dopo essere passati per due angoli retti, o meglio due squadre. Dal quadrato puoi ottenere due triangoli, oppure due rettangoli, oppure quattro quadrati, congiungendo le diagonali dei quali, otteniamo l’area doppia di uno dei 4 quadrati e quindi ritrovare lo sviluppo del teorema di Pitagora. Appena la bambina riesce a saltellare, eccola correre a disegnare in giardino o sull’asfalto, il quadrato dello zig e zag, la scacchiera del movimento, della semplicità, dell’equilibrio, della grazia femminile in divenire, della esibizione delle prime forme femminili e quindi i primi fascini e le prime infatuazioni. Su quel quadrato si espande e si ammira il candore della bellezza femminile. Più quadrati compongono il cubo e col cubo si passa dalla superficie al volume e scopri che un cubo lo si può congiungere perfettamente ad un altro, e poi a tanti altri e ottenere delle costruzioni. Il bambino sviluppa le sue prime abilità creative anche attraverso il gioco delle costruzioni. La stessa cosa fa il muratore quando utilizza i cubi di tufo o di cemento per creare, seguendo un progetto, una costruzione, una casa, una chiesa o una cattedrale, un tempio. Su quei mattoni si determina la forza. “Che cosa è questo?” Chiese un tecnico. “Un mattone!” Risposero gli operai. “Ebbene - replicò il tecnico mostrando una foto- questa Cattedrale è fatta di più e più mattoni!” La sapienza procura all’uomo un bene duraturo, forse eterno, ma meno eterno della forza che l’ha generato. Dal gioco alla magia il passo è breve. Nel quadrato magico scopri una disposizione di numeri interi distinti in una tabella quadrata tale che il totale di ogni riga, di ogni colonna e di entrambe le diagonali sia sempre lo stesso numero, denominato la costante di magia del quadrato. Il tipo più comune di quadrato magico è quello che usa i numeri da 1 a 9, con il quadrato 3 x 3 che è forse il più famoso. La costante di magia di questo quadrato è 15. Si pensava che i quadrati contenessero particolari virtù magiche e venivano utilizzati per costruire dei talismani, le cui incisioni su placche d’oro o d’argento venivano impiegate come rimedi contro la peste e il mal d’amore. Sul muro di una casa di Pompei è stato trovato un altro tipo di quadrato magico, fatto con le parole e in grado di trasferire dei messaggi. Le parole sono: SATOR (il seminatore), AREPO ( sul carro), TENET (dirige), OPERA (con perizia), ROTAS (le ruote). Se si scrivono tutte e cinque le parole nascoste del quadrato una di seguito all’altra (rotas opera tenet arepo sator), la frase risultante può essere letta ugualmente bene anche in senso contrario, costituendo, quindi, un palindromo. Si pensa che possa trattarsi di una crucis dissimulatae: rappresentazione cifrata dei primi cristiani. Questo quadrato è stato trovato in molti altri luoghi: Siena, Sermoneta, San Lorenzo di Rochemaure, Chinon in Francia, da Santiago di Compostela in Spagna, ad Altofen in Ungheria. Il dato suggestivo è che molti di questi luoghi furono possedimenti templari. La lettera T, alle estremità della croce formata dalla parola TENET, poteva essere interpretata come richiamo al simbolo della croce. si può notare anche che accanto ad ogni T ci sono sempre sia una A che una O. Il collegamento con la croce dei Cavalieri Templari è immediato. In questo quadrato le parole TENET formano una croce a bracci uguali; congiungendo le A e le O con la N che sta al centro e tracciando il cerchio di raggio NA (o NO) si ottiene la famosa croix pattée dei Cavalieri Templari. Con tutte e sole le venticinque lettere che formano questo quadrato magico, fu composto un altro diagramma: dove due PATERNOSTER appaiono intersecandosi, entrambi preceduti da A e seguiti da O, lettere che stanno per alfa e omega cioè i simboli dell’inizio e della fine di tutto. Il quadrato diventa sempre più tramite esoterico e investe molti domini. La banconota americana da un dollaro, vede nella parola ONE la forma di un quadrato all’interno del quale è tracciato un cerchio in cui sono riportati i simboli della squadra, della bilancia, della chiave e una data: 1789. Quadrato è il grembiule del maestro, mentre scopri poi che la piazza del tuo paese è quadrata (gli inglesi la chiamano direttamente Square), Quadrata è la City di Londra (square mile); quadrato è un pasto soddisfacente (square meal), quadrato è il programma politico del Presidente Theodore Roosvelt che mirava a dare a tutti gli americani un uguale trattamento (square deal); quadrato è il tempio custodito dalla forza, dalla bellezza, dalla sapienza per rinnovare continuamente l’uomo. La regolarità di questa figura permette un utilizzo del termine abbastanza ampio e in varie discipline. In architettura indica un edificio a pianta quadrata, ma indica anche l’organizzazione funzionale di tanti quadrati; in matematica trova una ampia utilizzazione che tutti conosciamo; nella nautica identifica un locale che è refettorio e luogo di sosta, ma indica anche il reticolo di riferimento per facilitare l’allineamento con le altre navi. Anche nella terminologia militare viene usato dalla cavalleria per indicare uno schieramento che non ha bisogno di scambio di fronte. Nella linguistica trova una applicazione che è vicina, molto vicina, alla identificazione del pensiero profondo della persona. Il quadrato semantico, come lo chiamò De Saussure, che è lo schema grafico con quattro termini che evidenzia un certo numero di correlazioni legate tra elementi linguistici. La diacronia e la sincronia sono presenti nel quadrato semantico degli strutturalisti, come la ricomposizione di un quadrato è presente nella ricerca dello psicologo. Va sottolineato il fatto che il quadrato, in questo senso, può rappresentare la ricerca della perfezione e il significato delle correlazioni linguistiche che esprimono un tracciato, un percorso verso la definizione dell’uomo che, giunto alla meta, viene definito come quadrato. Ancor più, il quadrato semantico si pone oltre il tempo e oltre la lingua per definire il panorama storico del pensiero umano attraverso i tempi e dentro la stessa persona. Lo strutturalismo, infatti, definisce e porta alla luce elementi interiori che l’uomo osa appena pensare, senza riuscire a codificarli. Nel quadrato semantico viene custodita al verità di sempre. Il mondo soggettivo e quello oggettivo sembrano incontrarsi in quel segmento composito di uguale lunghezza che forma l’uomo quadrato prima di poter servire, e non prima di divenire pietra cubica levigata, per la costruzione del tempio dell’essere, del progresso, del tempio della eternità umana. Tutto in quel tempio è quadrato, tutto è cubico e tutti ritornano ad essere quadrati, saldi, gagliardi ed equilibrati, capaci di decidere e di operare con avvedutezza e ponderazione, senza ammettere dubbi, ma profondendo sicurezza e fiducia. Rimane quindi evidente il duplice impiego del quadrato. Il primo si riferisce al mondo fisico ed è legato alla ricerca artistica, architettonica e modulare, anche di misura; il secondo si riferisce alla ricerca semantica della parola che attiene al mondo spirituale, formativo e elettivo. Per disegnare e costruire un cubo, occorre prima tracciare un quadrato! La costruzione del tempio materiale, come quella del tempio della vita, non può che avvenire con cubi definiti, squadrati, levigati fuori dal tempio stesso per evitare rumori, polveri impure, imperfezioni. Lo ritrovi, il quadrato, dentro un altro quadrato, quasi proiettato per formarne uno ancora più piccolo o ancora più grande; proiezione che sembra riflettere la luce che deve essere in ognuno di noi attraverso il proponimento, la meditazione, la razionalità, la forza. Il viaggio, il lungo viaggio, è iniziato! Lungo questo cammino difficilmente sei in compagnia, ma la considerazione di essere lungo un percorso di speranza ti lascia libero lo sguardo, forte il corpo, gagliarda la mente, e si perché quella strada, irta e difficile, conduce dritto alla luce e alla luce che illumina e ti ripara dalle tenebre. Quel quadrato dei giochi e della magia, dopo essersi fatto figura e struttura, e dopo essersi composto in mattoni cubici, ha trovato la sua giusta collocazione nella costruzione dei templi, all’interno dei quali deve iniziare a vivere il mito dell’uomo. Quale è il percorso che conduce al mito, per usare un termine del titolo della presente tavola? E’ difficile codificare un indirizzo e indicare un percorso, ma credo che qualche suggerimento possa venirci dall’utilizzo del quadrato semantico, (carrè linguistique, come lo chiama De Saussure) : schema grafico con quattro termini che evidenzia un certo numero di correlazioni logiche fra elementi linguistici: la diacronia e la sincronia. In questo quadrato il sintagma e il paradigma si correlano e danno origine ad una sorta di percorso della parola attraverso i tempi e attraverso i luoghi per suggerire e codificare, inconsciamente, il percorso del pensiero e dell’anima finalizzato al bene. Nel quadrato linguistico è segnata la storia del divenire delle cose e degli uomini, della parola e dell’anima, della realtà essoterica che ha dato origine all’esoterismo: i segni come le parole, per definire una specie di mito esistenziale in grado di condizionare dal profondo lo sviluppo della gente. Un retroterra psico-analitico-esistenziale che permetta l’emozione di elementi razionali naturali che sfuggono facilmente al controllo della ragione. Un esempio può essere rappresentato da “If”, di R. Kipling, definita un codice di etica in cui si fa appello ai lumi della ragione (trust = confidare , dream = sognare, think = pensare, talk =parlare) per ricavare l’energia della quale si ha bisogno per divenire uomo, superando (blame, master, aim, virtue), un percorso obbligato per avvicinarsi al verbo e per essere riferimento. La composizione ruota attorno al campo semantico di “uomo” ed è evidente il passaggio da un “io” grammaticale ad un “io” semantico. “If” introduce l’ipotesi, ma anche l’evocazione e richiama il congiuntivo esortativo. E’ sintomatico il fatto che essi si ritrovino tutti all’inizio della strofa o del verso e che conducano alla struttura inamovibile finale: “…tua è la terra perché sarai un uomo”, non dimenticando il patto del convincimento, della lealtà, del lavoro, della trasformazione. La ricchezza dell’uomo è commisurata alla sua abilità a saper controllare se stesso e prevenire gli altri, alla sua capacità di assumere responsabilità e di condurle in porto, fino al sacrificio, consapevole che la pace la si costruisce con la rinuncia, il riferimento con la sofferenza, la serenità con il sacrificio, la limpidezza con la onestà.

Angelo Scialpi

Se

Se riesci a tener salda la testa quando tutti intorno a te

La perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci a credere in te quando tutti ne dubitano,
Ma anche a tener conto dei loro dubbi;
Se riesci ad aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato a non rispondere con calunnie,
O essendo odiato a non abbandonarti all’odio,
E quindi non sembrare troppo buono e non parlare troppo da saggio.

Se riesci a sognare e non farti possedere dai sogni;
Se riesci a pensare e non farti possedere dai pensieri;
Se riesci, incontrando il trionfo e la sconfitta,
A trattare quei due impostori allo stesso modo;
Se riesci a sopportare la verità che tu hai detto,
Distorta da disonesti che ne fanno trappola per folli,
O guardare alle cose che hai dato alla tua vita,
Distruggerle, fermarti a ricostruirle con i tuoi attrezzi ormai logori.

Se riesci a fare un fagotto di tutte le tue vittorie
E rischiarlo, in un sol colpo, a testa o croce,
e perderlo e ricominciar di nuovo dall’inizio,
E mai sospirare una parola sulla tua sconfitta.
Se riesci a costringere il tuo cuore , i tuoi nervi, i tuoi polsi
A sorreggerti anche dopo che sono venuti meno,
Ed a resistere quando non c’è più niente in te,
Tranne la volontà di ripetere: “Resisti!”

Se riesci a parlare con le canaglie e mantenere la tua onestà,
O passeggiare con il Re senza perdere il senso comune;
Se, tanto a mici che nemici, non possono ferirti;
Se tutti gli uomini contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a colmare un inesorabile minuto
In un momento di sessanta secondi,
Tua è la Terra e ciò che è in essa, e,
Quel che più conta, sarai Uomo, figlio mio!


("If", Rudyard Kipling, 1910 - Traduzione di Angelo Scialpi)