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sabato 11 giugno 2011

Occorre ritornare ad agire per amore!

L’uomo rimane creatura inscrutabile, un essere complesso la cui azione lascia stordito, e frastorna studiosi e scienziati. A volte pensiamo che sia possibile verificare e studiarne una parte, avere la presunzione di comprendere quello che accade in lui o quello che si potrebbe verificare oltre la conoscenza empirica; a volte pensiamo che una medicina possa risolvere il problema fisico; che un buon comportamento possa definire il perbenismo; che una vincita sulla ruota della fortuna possa risolvere i problemi della vita; che una buona difesa possa permettere alla giuria di capire la verità; che un buon insegnamento possa costruire l’uomo per la vita! A volte crediamo a queste cose e ci comportiamo di conseguenza, dando per scontato il risultato! L’incalzante trasformismo dei tempi moderni pone, ha posto, in crisi molte teorie che un tempo apparivano certezze e che oggi lasciano poco margine al riscontro, al raffronto, alla spiegazione definitiva.

In questo scenario appare difficile mantenere i riferimenti del passato in quanto il vivere quotidiano lascia spazio sempre più unicamente alla forza ed alla bellezza che, da sole, alimentano (sfamano) il relativismo profano. Il problema riamane quello di preservare e sostenere la ragione: un valore da proteggere, anche con coraggio, e da adeguare ai tempi. La sapienza oggi appare come la espressione di più saperi e di più conoscenze; come la sintesi di una cognizione pluridisciplinare e interdisciplinare; la sapienza, così come oggi la si percepisce, rappresenta la rete i cui nodi sono dei punti mobili che vanno a collegarsi con altri settori e discipline.

Quando penso a queste cose mi sento fortunato di avere le opportunità che pochi hanno, di tenermi lontano dai rumori e di apparire subito sordo a certe espressioni, a certi atteggiamenti, a certe turbolenze caratteriali. In determinati momenti occorre ricorrere al silenzio per attestare il proprio essere; l’ascolto, da solo, è già virtù, mentre il silenzio stesso suggerisce e dona una possibile spiegazione, saldando ulteriormente la catena di unione. Per procedere in questa direzione occorre tenere sempre accesa la luce dell’amore: un elemento imprescindibile per venir fuori dalla oscurità, ancor più se ci si trova nella oscurità dei sentimenti che devono essere qualità per essere sostenuti. Se sappiamo dare delle risposte, allora possiamo pensare di lasciare accesa la luce dell’amore ed effondere il suo chiarore nella bellezza dell’agire, nella forza della costruzione, nella sapienza della elevazione. E’ difficile che tutto il resto rimanga in vita senza la forza dell’amore, quasi impossibile! L’amore è come l’aria che conferisce eternità alla terra, trasformazione all’acqua, rigenerazione al fuoco; riesce a rendere bevibile perfino i reflui, a permettere alla terra di dare frutti per nutrire tutti, al fuoco di divampare, purificare per ridare nuova vita. Quanto è bello quel sorso di acqua fresca nella calura, e quel fragrante frutto dorato e quella rigenerazione delle cose: la natura non si stanca mai di donarsi agli uomini. L’amore dell’uomo dovrebbe seguire le stesse attenzioni.

Allora, l’amore è insito nella natura stessa e ci apre la via al suo miglior utilizzo, fiorendo, donandosi, abbellendoci la esistenza. La pianta fragile non regge alle inclemenze del tempo, come la persona che impara non può ricevere scapaccioni e cattivi esempi e la persona che si ama non può essere picchiata, uccisa; va amata quella fragilità, che pur contiene la bellezza, per trasformarla in forza e per poter poi noi stessi poggiare una pietra per la costruzione della continuità. L’amore è una luce necessaria per comprendere i nostri simili; sia quelli che si sono da poco aggiunti a noi, che quelli che lo erano da prima, perché il pericolo è sempre in agguato e il male pronto ad impadronirsi di noi in ogni momento, ma soprattutto fare attenzione affinché le debolezze del momento non diventino motivi demolenti, ma trovino la giusta correlazione con i fatti e le vicende precedenti e vadano a colmare eventuali dolorosi vuoti.

Allora l’amore diventa forza quando vogliamo fortificare noi attraverso gli altri e gli altri possiamo rafforzarli solo ascoltandoli e dando l’esempio buono, capire le loro difficoltà, confrontarle, inserendole in quella catena di unione del pensiero e della intelligenza. E’ l’amore, solo l’amore, che conferisce resistenza alla forza, forma alla bellezza, ordine al pensiero, altrimenti gli anelli deboli resteranno sempre tali e la bellezza non sarà mai in grado di irradiare alcun pensiero, in quanto è venuta meno quella sapienza che è la sintesi pratica del vivere.

La bellezza è gioia di esistere, non condanna; è contemplazione della diversità, non motivo di saccheggio e di rancore; è riferimento del bello che inizia il suo percorso dalla persona per raggiungere la perfezione ritornando alla persona stessa al servizio degli altri; è soprattutto consapevolezza per continuare un cammino che possa rafforzare il concetto dell’uomo attraverso il sostegno della forza e la virtù costruttrice della sapienza. La certezza che la bellezza passa, o per cambio di opinione o per possedimento della cosa bella, o, ancora, per il naturale passare del tempo, deve poter costruire il lato meraviglioso della vita oltre le semplici apparenze e renderlo duraturo, eterno come solo la forza dell’amore riesce a fare.

L’amore appare quindi la condizione principale del percorso del gaudio interiore e della vita; l’amore è uno specchio dove potersi ammirare e inchinarsi ringraziando Dio per averlo dentro di sé in quanto in esso può essere custodita la vita. L’amore estende i suoi benefici effetti alla forza, rende bella ogni nostra azione, ma soprattutto conduce al raggiungimento della sapienza che diventano i veri baluardi della libertà e della consapevolezza autonoma nella collettività. Vivere nell’amore significa vivere momenti che nessuno ha mai vissuto; significa vivere l’alba di un giorno che mai morirà, significa saper arginare ogni tentativo di prevaricazione e di imposizione forte.