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domenica 18 settembre 2011

Il valore del silenzio, nella vita e nell’arte

Il silenzio indica la relativa o assoluta mancanza di suono o rumore . In senso figurato, può indicare l'astensione dalla parola o dal dialogo. Viene considerato una forma di rispetto collettivo l'osservare alcuni minuti di silenzio e raccoglimento durante la commemorazione di persone defunte. Questa pratica, presente in tutti gli aspetti della vita sociale, assume un particolare valore e importanza in campo religioso. In senso lato si può intendere anche come l'insieme di gesti e comportamenti sociali attuati in alcune circostanze. La pratica del silenzio viene considerata una forma di disciplina spirituale presso alcune forme di religione e spiritualità. Nelle regole religiose cristiane, in particolare di clausura, il silenzio è uno dei vincoli obbligatori della vita comunitaria. Che il silenzio non sia solo la negazione o l'interruzione della comunicazione, ma un mezzo di espressione di pensieri ed emozioni è convinzione che risale ai primi retori. Seneca, come pure Cicerone e Quintiliano, sostiene che un bravo oratore non solo deve saper parlare ed essere persuasivo, ma deve anche saper tacere con efficacia. Il silenzio diventa così messaggio e continua la sua eloquente oratoria in termini di formazione e conoscenza. La scelta di non dire è un atto linguistico, come è la stessa espressione della preghiera, parlata o silenziosa. Quando il silenzio cede la parola alla immagine, allora la comunicazione diventa più forte per effetto della bellezza che essa produce attraverso la sua cromaticità, ma soprattutto attraverso la sua espressione e intuizione della ispirazione; in questo caso l’orazione diviene individuale e, allo stesso tempo, collettiva per effetto dell’oggetto della ispirazione che indaga nell’ambito della sacralità della grazia e si esprime al meglio per donare lati diversi della conoscenza e della considerazione oggettiva. L’arte, come il buon comportamento, è figlia sempre del proprio tempo, per cui questa esperienza forte e partecipata dalla sacra ispirazione produce il nuovo, la modernità e ci permette di intuire, se non comprendere appieno, il cambiamento dei tempi e la diversa concezione di riferimenti che per il solo effetto del tempo assumono significanti diversi. I motivi che originano qualsiasi buona opera non possono che abbellire la nostra esistenza, arricchirla ulteriormente e avviare un dibattito su temi e immagini che certamente devono essere adeguati ai tempi per capirne il mutevole e pregnante valore in termini di continuità e di miglioramento della comprensione. E’ questo un coro a più voci, una sinfonia di pensieri e di interpretazioni che ci offrono il senso vero delle cose e la consapevolezza che l’uomo, il suo essere, il suo modo di essere e di pensare appartiene ad una miriade di pensieri e di interpretazioni che ci lasciano col fiato in gola, tanto è immenso il mare della ispirazione che l’uomo, soltanto lui e la sua positiva diversità, riesce a riprodurre e a presentarci sotto forma di saperi e di nuove conoscenze, sempre attuali per il suo continuo rinnovamento nello spirito e nella mente dello stesso uomo: nostra eterna preoccupazione.

Ogni intuizione è un mossa intellettuale e senza l’intelletto rimarremmo alla pura e semplice sensazione che potrebbe essere simile al piacere o al dolore, diversamente sarebbe soltanto un alternarsi di condizioni prive di significato e quindi non sarebbe una conoscenza. L’intuizione, come conoscenza e come ragione, appartiene al genere umano e quindi pone l’uomo nella qualità necessaria di agire secondo un piano di logica e di riflessione dal quale emerge il bello, la morale e l’etica; sempre il pensiero appartiene alla contemporaneità e traduce, in termini nuovi, l’attualità con le sue difficoltà e le sue incomprensioni. In un momento in cui la parola sembra essere asservita agli interessi personali o di parte, ecco che, come già avvenuto in passato, l’arte, in tutte le sue forme ed espressioni, riesce a dare il giusto senso delle cose e a permettere una diversa visione e interpretazione delle cose. Ogni esposizione di opere pittoriche è una occasione per ricordare che ognuno di noi può essere osservato e fruito per arricchirsi e arricchire gli altri: una forte occasione di vita in quanto sviluppa una sottile partecipazione e comunione di riflessione, che non è semplice partecipazione o presenza massificante, ma interazione continua e subliminale tra ascolto, visione e condivisione. La conoscenza dell’intuizione di altri diviene nostra intuizione e nostra ragione per costruire la sapienza irradiata dalla bellezza che produce cristianità e amore per l’uomo. Forse questo è il senso nuovo e moderno della istruzione e formazione che, per certi versi, sembra sfuggirci da una giusta interpretazione. In questo momento particolare della storia, considerare il coro a più voci, significa prendere coscienza della esistenza di un modo di pensare e di interpretare la vita. Attraverso la ispirazione individuale ci viene meno complicato comprendere che esiste sempre una qualche forma di speranza che si annida dentro lo stesso uomo e in esso sono sempre custoditi i sistemi di svolgimento delle difficoltà e della giusta interpretazione delle cose. Come non ammirare e considerare accortamente i tanti motivi, comprese le loro interpretazioni, di motivi che sono gli argomenti di un discorrere cromatico e culturale, pittorico e del pensiero nostro contemporaneo, del quale, tutti artisti, ne sono parte integrante per il solo proporci interpretazioni e conoscenze nuove di quanto ci accompagna da sempre con riferimento e devozione.