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Grazie, Francesco


... ciao bà ...

giovedì 7 marzo 2013

Biblosarchita - Incontro con l’autore

Le classi 3^, 4^ e 5^ del Corso di Scienze Sociali e della Formazione
hanno incontrato lo scrittore Angelo Scialpi per riflettere e confrontarsi
sulle tematiche esposte ne “I Giovani” – Scorpione Editrice

L’incontro con l’Autore, organizzato secondo il piano delle attività culturali stabilito dal Liceo “Archita” di Taranto (Dirigente Michele Marangi), ha visto le classi 3^ -4^e 5^ del Corso di Scienze Sociali e Scienze della Formazione impegnate in un serrato dibattito e confronto sulle Tavole di riflessione contenute nella pubblicazione “I GIOVANI” – Scorpione Editrice, che rappresentano l’ultimo importante lavoro del dott. Angelo Scialpi, ben noto nel campo della cultura e fortemente impegnato in iniziative capaci di coinvolgere non pochi studiosi nei problemi dell’attualità e del cambiamento che caratterizzano la nostra quotidianità.

Va sùbito detto che l’incontro e tutti quelli precedenti, hanno sempre messo in risalto la capacità di suscitare grande apprezzamento da parte degli studenti, non solo per quanto riguarda la fase preparatoria, ma soprattutto per l’approfondimento del contenuto delle opere in discussione che danno presto la visione di rilevare con quanta naturalezza, incisività, caparbietà e sottigliezza di contraddittorio gli studenti sanno porsi al di fuori da quella rigida immobilità che, spesso, domina l’omogeneizzazione della classe.

Qui non trova spazio l’uniformità; gli allievi tornano ad essere se stessi, annunciano pensieri inattesi, rivelano lati nuovi della loro personalità, avvertono il piacere di porsi alla pari e di offrire se stessi anche all’ignoto della contraddizione.

Un merito va ai Docenti Cetty Vitale e Rosy De Vita se è vero che gli alunni dell’Archita hanno saputo approfondire , in una fervida intervista con lo scrittore Angelo Scialpi, tutti gli aspetti che l’Autore ha trattato, in situazione di vita e passione quotidiana, quelle dinamiche sociali che richiedono a tutti noi e, in particolare ai giovani, di presentarsi “armati” al domani che avanza.

Le Tavole di riflessione che vengono offerte ai giovani (arricchite dalla prefazione del Preside Paolo De Stefano e dalla Presentazione del prof. Vittorio Nazzareno), sono la voce di un Autore, non nuovo a iniziative di carattere sociale accanto a tante altre di colorito artistico, che ha scavato nel cuore della società, né se ne sottrae all'analisi in cui, all'angoscia dell’esistenza, alla paura della decadenza, ai tanti timori che abitano nei nostri modelli comportamentali, egli oppone la bellezza della vita, narrata, rivissuta e ripensata, senza frastuono, e ora quasi sussurrata ai Giovani perché sappiano sfidare le ineguaglianze sociali, mettere in discussione tutto ciò che appare o si vuole decadente, salvare tutto quanto irresponsabilmente rischia di essere distrutto e che assale la scienza, le conoscenze e minimizza anche il ruolo della scuola.

Una grande lezione quella di Angelo Scialpi, uomo di profonda cultura, di giornalista e di apprezzato poeta che sa, con i suoi scritti e, ancora, con le Tavole di riflessione annodare, comporre e richiamare a meglio vivere il nostro tempo che, a ogni angolo di strada, ci chiede di non più infrangere le “tavole” delle nostre residue certezze.

Agli operatori scolastici e agli allievi del Biblosarchita l’augurio che il loro impegno sappia sfidare l’usura del tempo, in sintonia con il pensiero del Provveditore Francesco Capobianco che afferma: “Questo prezioso volume viene donato all'attenzione, alla meditazione delle nuove generazioni attraverso l’agile e pertinente riferimento alle molteplici esperienze dell’autore, educatore sensibile, equilibrato interprete della storia, profondo conoscitore degli eventi di ieri e di oggi, con lo sguardo ottimisticamente rivolto al futuro nel mentre elargisce ai lettori, specialmente ai giovani, le riflessioni, talvolta sofferte, sui temi di permanente attualità e interesse.
L'invidiabile pregio di Angelo Scialpi è l'amore per la scrittura: riflette e scrive con naturalezza, con approfondita competenza e con sicura padronanza della lingua, scolpendo i suoi messaggi nel cuore e nell'anima dei giovani lettori, diventando guida sicura nel difficile percorso di vita di ognuno di essi.”
Giuseppina Bardaro
Docente nel Corso di Scienze Sociali e della Formazione del Liceo Archita di Taranto

sabato 2 marzo 2013

La ragione, in politica, la si legge solo nella volontà della gente!


E adesso, a elezioni avvenute, che cosa è possibile fare per realizzare la ripresa della politica e della nazione? I risultati elettorali non sembrano aver organizzato le strategie politiche, ma la richiesta dal basso di una ripresa responsabile, si, eccome! Un risultato sorpresa per tutti che ci invita a cominciare a pensare dalla parte del cittadino, ad  agire tenendo presente le priorità della nazione, ad iniziare a ri-organizzare la speranza della gente che passa, purtroppo, anche attraverso il risparmio di fondi pubblici che vanno a mare, e da tempo.

Che la gente mostrasse insofferenza, ma anche sofferenza, è da tutti noto, come è noto a tutti lo scempio del denaro pubblico che viene chiesto e reclamato ai cittadini con forza e con penalità insostenibili, molto vicino ad un certo agire del passato che ci ha lasciato piaghe ancora vive. Non possiamo dire che non lo sapevamo e non possiamo nemmeno dire che qualcuno ha ragione, tanto la ragione, in politica, la si legge solo e soltanto nella volontà della gente che è riuscita ad esprimere con forza tutta la insostenibilità di una vita di sacrifici, di rinunce e di lavoro, per poi vedere e sentire, quasi da ogni parte, le imprese economiche e il diritto a presentarsi da eletto nella società degli adulti e delle cose che contano.

Non credo che si possa fare una riflessione che tenga conto solo e soltanto del numero che ha segnato la percentuale dei voti assegnati ai partiti. Anche quella, alla fine, ha mostrato, ancora una volta, tutta la sua inconsistenza di una iniqua legge elettorale e la sua forza di tradursi in boomerang per tutti, senza lasciare il minimo margine alla compensazione, tanto meno alla ritorsione.

http://www.ceccodottipuntocom.com/
Per gentile concessione di Francesco Dotti www.ceccodottipuntocom.com
Per assurdo, nessuno sembra più avere il diritto di parlare e di rivendicare mancate strategie politiche ed accordi. La volontà della gente, fatta di speranza repressa e di attese dolorose, si è insinuata, come l’aria, appena ha trovato una possibilità di esplodere e di farsi sentire. Come si fa a passar inosservati quando viene tutto deciso a tavolino, magari di un bar o di un ristorante, e ci troviamo di fronte sempre le stesse persone, che siano venti o trecentoquaranta conta poco per l’immagine, a parlare nei salotti televisivi e radiofonici. La storia può durare qualche anno, ma non decenni, e il cittadino ha pure il diritto di non vedere vanificati i suoi sacrifici di una vita; sacrifici che deve trasferire ai figli per migliorarne la vita. Le cose migliorano per natura, se ben seguite! Questa certezza ha abbandonato la gente che teme per qualsiasi cosa di cui ha bisogno. Sembra, nello stato proprio di bisogno, che invece di ottenere il servizio, si levi immediatamente  un muro di gomma, proprio perché la gente ha bisogno; sembra improvvisamente che tutti soffrono in Italia dello stesso male contemporaneamente e che tutti hanno bisogno della stesa cosa, con il risultato che non viene concesso niente a nessuno, se non in privato, e tutti poi hanno ragione.

“Facciamo una legge elettorale!” “Tizio sfida Caio!” “Annulliamo il finanziamento pubblico ai partiti e creiamo piani casa!” “Via dopo due legislature!”: sono le ultime dichiarazioni dei vari leaders di partito, a diverso titolo, ma molte altre sono state dette nei giorni precedenti e molte ancora vengono pronunciate sottovoce e tante altre, che riguardano la persona singola, vengono sbandierate per strappare qualche inutile applauso, magari pure a invito. Tutti insieme sembra dicano la cosa giusta per venire incontro ai cittadini, e tutti insieme hanno il dovere di risolvere la questione italiana, molto più complessa di quanto appare. Le affermazioni secondo le quali tutti devono andare a casa  e che non c’è niente da salvare sono dettate dalla paura che niente venga fatto per risolvere la questione, e visto che è da tutti conosciuta, c’è poco da credere che possa essere risolta con fiducia. C’è molta insofferenza nel vedere continuamente personaggi blaterare in nome di qualcuno che non sa più quello che dice, ma anche vedere sempre le stesse facce, le stesse automobili, le stesse mega scorte, gli stessi giornalisti di apparato e di appartenenza, quasi a voler allargare, come ha detto Gad Lerner, il concetto del cambiamento non soltanto alla politica, ma anche al giornalismo e ai gruppi costituiti professionali, insomma all'apparato costituito per autodifesa.

Mi ha colpito molto l’intervento di quel giornalista tedesco (del quale non ricordo il nome) che, in una trasmissione televisiva, rompendo gli schemi e affrontando tutti con disincantato, ha detto, più o meno: “Avete una terra baciata da Dio, con 8 mila km di costa e siete in queste condizioni.” Parole d’urto che ha silenziato qualsiasi sussulto della ragione, tranne la forza di continuare a denunciare l’agire degli altri.

La politica ha solo il compito di servire e migliorare il paese, non può essere una impresa o una opportunità per guadagnare all'inverosimile  per non parlare (come sta avvenendo in questi giorni) della stessa compravendita di senatori per abbattere maggioranze, anche esse uscite da elezioni politiche all'italiana, che speriamo siano state le ultime.

Intanto, in questo periodo che dovrebbe mettere da parte qualsiasi offesa e aprire il sentiero della responsabilità, va ascoltato l’appello del Presidente Napolitano sulla salvaguardia, l’interesse e l’immagine dell'Italia, senza determinazioni di parte.

A prescindere da tutto, tutti dovrebbero ritrovarsi per la ricostruzione della politica per scoprire i sessanta milioni di cittadini che potrebbero, con le loro esperienze e i loro saperi, sollevare una nazione che è ritornata importante per natura, meno per partecipazione responsabile.