Adesso dicono che il primo atto sarà la riforma della indegna legge elettorale. Lo dicono tutti, ma tutti hanno voluto tenerla in vita. Probabilmente è la idea giusta che ogni corretto cittadino matura appena decide di entrare in politica. Però quella agognata riforma occorreva farla prima della fine di questa legislatura, almeno avremmo conosciuto i nomi dei responsabili del diniego ed evitare che tutti lo fossero e nessuno lo è veramente. In questi casi, infatti, nessuno ha colpa, tranne l‘ortolano di turno.
Lo chiamano il porcellum, quasi a voler deridere un sistema, a volersi burlare del cittadino che, continuando a denigrarlo, qualcuno continua ancora a definirlo sovrano; un porcellum capace di gestire 60 milioni di voti sovrani, con ricaduta adeguata sulle spese di finanziamento pubblico ai partiti, che hanno originato una pletora immensa di politici e gruppi politici, anche se i politici, a ben guardare, sono sempre gli stessi. La cronaca ci ha permesso poi di conoscere (col porcellum l’elettore conosce dopo chi ha votato, ma solo se salta agli onori della cronaca) personaggi passati come trote, batman, veline, escort, slot player, e chi più se ne ricorda più ne aggiunga, per arricchire un panorama che ha trovato giustificazione politica e normativa nella eliminazione del voto di scambio. L’effetto vero è risultato essere la creazione, sempre in numero crescente, di tanti padroni del voto sovrano.
Credo che sia stata negata una grossa opportunità alla politica per ritornare a realizzare la speranza della gente e per riprendere a credere in qualche soluzione dei problemi a favore del cittadino, dell’elettore, dell’unico obiettivo per cui la stessa politica ha motivo di esistere.
Riesce difficile credere che si possa ricostruire la speranza sulle macerie fumanti di un periodo certamente brutto della politica nazionale, forse il peggiore dal dopo guerra; peggiore persino di quando, dodicenni, si andava a vendemmiare per comperare qualche libro di testo e poter studiare.
Come fare allora per restituire al cittadino il diritto di scelta del candidato, del proprio rappresentante politico. Ci sarebbero delle soluzioni, ma non è giusto continuare a dissacrare il diritto inalienabile della democrazia. Non andare a votare non risolve proprio niente, così come votare scheda bianca o annullarla; ma non risolverebbe niente nemmeno andare a votare a favore dell’antipolitica per dare una spallata, come afferma qualcuno. Il cittadino deve poter scegliere il proprio rappresentante per esercitare il primo diritto alla partecipazione democratica, se questo non gli viene concesso , credo che la stessa votazione debba essere considerata nulla. Non so se è costituzionale permettere al cittadino solo di dare ai segretari dei partiti la possibilità di dividersi la partecipazione parlamentare?! Continuano a parlare di volti nuovi, di primarie con persone oneste, e chi lo mette in dubbio, ma come si fa a partecipare alle primarie? Ma anche quando sono nuovi sono già volti vecchi per partecipazioni altre. Un confronto qualsiasi fa bene emergere le posizioni di ciascuno!
In alcune città si sono presentati candidati nazionali che hanno preso la maggior parte delle preferenze alle primarie. Uno si chiede: ma dove sono i concittadini? Dopo il gioco delle parti scatta il gioco dei primi della classe, che rimangono; poi scatta il listino e poi, naturalmente, te li ritrovi tutti: amici, indagati e collusi, pronti a ripartire per altri lunghissimi sterminati cinque anni per un ricorso storico che non lascia presagire proprio niente di buono, tranne il peggioramento delle cose ormai in via di deterioramento, mentre per il debito pubblico in continua crescita, forse dovremo lavorare solo per pagare gli interessi passivi!
“I candidati li scelgo io!”: lo dicono quasi tutti i segretari politici. L’italiano non sceglie più niente, deve solo fare i conti con il pensiero e la volontà dei giornali e delle testate televisive, dove, molto spesso, chi intervista ha difficoltà di comprendere quello che dicono i politici di lungo corso, protagonisti effettivi dei talk show, per cui sta divenendo inutile anche seguire i programmi politici.
Gli estensori del porcellum hanno detto che con esso si poneva fine al sistema del voto di scambio. Mi pare che questa possa essere un’altra doppia offesa all’italiano onesto. Il voto di scambio, se immediatamente perseguito, deve poter azzerare tutto, se così non accade significa che si verifica una deviazione del percorso della verità. Ma diversamente come lo possiamo chiamare?
Una classe politica che viene meno deve essere sostituita tutta, non solo per cercare di migliorarla, ma soprattutto per pensare a quelli che stanno incedendo pesantemente dopo di noi, i giovani, quelli di pensiero, visto che quelli anagrafici ormai devono fare i conti con altro.
Ho sentito, proprio stamattina, un’altra affermazione incredibile, non so da parte di chi, ma interessa poco, e cioè: “Siamo pronti a fare coalizione anche con altre maggioranze!” Penso che questo possa significare che quello che conta è solo e soltanto il potere, che destra e sinistra non esistono più, che i tanti gruppi politici nascono solo per imprenditoria politica finalizzati al finanziamento pubblico dei partiti, che la piccola e media impresa si stia accasando in politica, vista l’assenza dei costi di produzione! Questo sistema non può reggere più, non ci sono più coloro i quali possano renderlo realizzabile: la classe media, visto che quella inferiore non riesce a sbarcare il lunario e quella giovane dipende, anche essa, dalla classe media, evmentre quella superiore non paga nessuno.
Rimane da chiedersi cui prodest? A che cosa può servire una partecipazione diretta alla gestione nobile della cosa pubblica senza dover raggiungere il minimo obiettivo di benessere per la gente, e d’altronde, rimane sempre in piedi la domanda. “ma che cosa ci si può aspettare da chi prende ordini solo dal suo padrone (e mi chiedo come possa essere diversamente, visto che è il solo artefice della sua inclusione in lista) e da quest’ultimo dipende la propria partecipazione a quella che impropriamente ormai chiamiamo casta?!”
Un buon cittadino trae utile per tutti da ogni suo agire, come origina il male per tutti quando sottrae cifre da capogiro dalle sofferenze dei lavoratori invece di svolgere il proprio dovere, pur venendo lautamente pagato.
E’ strano pensare che ci sono debiti ovunque, che non è possibile chiedere niente a nessuno, che nessuno può ormai effettuare il minimo intervento a favore di una qualsiasi istituzione. Perché siamo caduti così in basso! Osservare, con rammarico, questo quadro italico, all’indomani delle celebrazioni per il centocinquantesimo della nascita della nostra nazione, rimane attuale, e molto, quel primo verso di “Se”, di Rudyard Kipling: “Se riesci a tenere salda la testa quando tutti intorno a te la perdono e te ne fanno una colpa…”, ecco, questo appare essere oggi il cittadino sovrano: l’unico colpevole di un sistema corrotto e di illeciti finanziamenti che vanno a finire in ambienti corrotti e nelle slot machines.
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