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martedì 21 aprile 2009

Dipingere con la luce: il fotocontatto

Contatto ha come contrario distanza. In entrambi i casi succedono cose che non sarebbero possibile in altra condizione. La distanza è lontananza, dimenticanza, indifferenza; il contatto è interesse, attrazione, rivoluzione.
Qui siamo di fronte al contatto che, in quanto tale, sviluppa la sua fotografia dell'inconscio della natura.
Nell'osservare queste impressioni si rimane in riflessione e in pensiero, perché cerchi anche tu di entrare in contatto sensibile con l’autore di una ricerca al limite del possibile, un quasi tentativo di… che mira a ricercare la diversità della trasformazione chimica nel momento della impressione fotografica.
Pensare al fotocontatto si può rimanere più o meno attratti, più o meno sorpresi, più o meno invitati ad essere influenzati sensibilmente; si puo essere anche spinti ad andare oltre l’oggetto e oltre la stessa forma e i suoi colori...
Non si può ritenere la ricerca di Gavioli una semplice studio personale, ma si viene spinti ad allungare lo sguardo e cercare di capire che cosa si trova prima della forma, prima della definizione fisica di un oggetto, prima di osservare una cosa qualsiasi nel suo definito aspetto finale.
Occorre anche soffermarsi e pensare all’uomo: una persona pregno di tecnologia, un docente, un convinto assertore della influenza tecnologica sull’uomo e sulle cose.
Gavioli, tramite questa ricerca, ritrova suoi convincimenti e sue idee che lo pongono sul limitare della vita da dove riesce ad osservare la pre-vita.
Io vengo spinto dalla curiosità, che scopro divenire interesse, e verifico che la ricerca del nostro artista si muove nella gestazione delle cose e sembra quasi poter suggerire che egli riesce a ad operare una scissione, negli oggetti, del colore, delle ombre, delle forme, le quali vengono tutte attraversate da una sorta di radiografica che si riesce a fermare al punto in cui si crede di aver definito una definizione di una parte del tutto, di una parte della vita stessa che tiene vivo un fiore, un cespuglio, un filo d’erba.
Giochi di luce in divenire che determinano, durante il loro trasferimento chimico, altre figure, o figure dentro le stesse; quasi una specie di anima, una spiritualità propria delle piante, o degli oggetti, che la tecnologia riesce a evidenziare in quanto frutto della stessa natura e sostegno al miglioramento della natura stessa. Si riesce ad amare di più quanto crediamo essere lontano da noi, ma sembra che sia possibile pensare allo stesso ilozoismo, nella misura in cui gli oggetti divengono parte integrante della vita di ognuno e quindi colmi, anch’essi, della vita interiore dell’uomo, anzi, Gavioli sembra suggerirci che gli oggetti, come la natura, vengono prima dello stesso uomo, come il pensiero viene prima della ragione.
Potremmo inaugurare, questa sera, la conoscenza di una forma significante esoterica che contiene e custodisce la storia della natura e dell'uomo. Molto spesso, purtroppo quasi sempre, si è attratti dalla conoscenza essoterica, mentre i significati eterni sono nell'esoterismo della vita, delle cose, degli oggetti, della natura eterna, come ci suggerisce, col semplice contatto, la reazione chimica tra natura e surrogato sensibile.Siamo convinti di aver gettato una pietra nello stagno della conoscenza, come il contatto, appunto, continua ad evidenziarci da sempre.

Angelo Scialpi

Gazoldo degli Ippoliti - 19.04.2009

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