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sabato 26 gennaio 2008

Dicono che i professori ne sanno meno degli allievi

“I prof ne sanno meno degli allievi”, dicono, visto che, dal questionario OCSE, si evince che soltanto il 36% sa perché la pasta lievita. Di qualche giorno fa la notizia secondo la quale gli studenti non sanno il perché della notte e del giorno.
Ci sarebbero tante altre cose che né gli uni, né gli altri conoscono! Specialmente se andiamo a considerare le innovazioni scientifiche e tecnologiche, ma anche legislative, che quotidianamente vengono ad aggiungersi al vivere moderno.
Mi piace allungare lo sguardo oltre e verificare come la formazione e la istruzione altro non sono che la opportunità di poter fruire della utilità di qualcuno che ama vivere in modo consapevole e dispone della parte migliore di se, cioè della propria ragione.
I media affermano che per i prof il risultato è nella scarsa preparazione degli allievi; per i medici nella malasanità; per gli amministratori locali nella appartenenza e non nella competenza ecc.
Io non so se sia giusto mettere alla gogna singole categorie (sembrano quasi tutte in difficoltà, tranne gli apparati forti) quando l’agire epistemico, molto necessario nei tempi moderni, è del tutto scomparso e per cui si preferiscono le corsie uniche preferenziali.
Per fortuna qualcuno si è accorto dei salari, sufficienti per acquistare il made in Cina, ma ormai insufficienti per pagare i diritti imposti, i servizi e i tanti imprevisti che non risparmiano nessuno.
La questione mi tocca non poco, non perché sono un prof, (cosa di cui sono fiero) ma perché mi vado chiedendo da tempo il perché del declino dei saperi della collettività, in genere, e degli studenti in particolare, visto che al liceo si arriva senza adeguati saperi, alla università pure, al posto di lavoro pure. Mancano i controlli, le verifiche? Se mancano chi li fa o chi li potrebbe fare? Un bravo giovane (e ce ne sono, anche se sono insufficienti al giorno d’oggi) afferma che per essere giudicati occorre una scelta di persone tra simili. Questo, purtroppo, non sempre accade, anzi si preferisce, in molti casi, la mediocrità che è meglio gestibile.
La questione è globale e investe certamente molti strati sociali e molti settori della vita pubblica. Ma questo non è una giustificazione, semmai un aggravante. La Campania alle prese con la spazzatura, mentre (notizia dell’ultima ora) i parlamentari si aumentano lo stipendio di euro 200, nonostante le denunce e i buoni propositi; gli statali aspettano gli arretrati (tra cui i prof) e fuori fa freddo, molto freddo!
Seneca diceva: "Vivit is qui multis usui est, vivit is qui se utitur" (vive colui che é di utilità a molti, vive colui che può usare se stesso).
Angelo Scialpi
"Corriere del Giorno"

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