Primo Incontro di gemellaggio per il 150° della Unità 'Italia
Benvenuti nella terra dove ha avuto inizio la unità della Nazione; dove si sono svolte le battaglie più famose e più determinanti per incominciare a costruire la libertà di un popolo; dove studenti e intellettuali, giovani innamorati che hanno detto addio alla loro bella e tanti altri, anche di altre regioni, si sono uniti per cacciare l’invasore. Questa è la terra dove sono passati gli uomini più forti, i martiri di Belfiore, che hanno posto a dimora il seme prezioso della unità per cominciare una civiltà di nazione e per inaugurare la cittadinanza italiana.
Dallo scrittore e diplomatico rinascimentale Baldassarre Castiglione, di Casatico di Marcaria, questa terra pare abbia tratto, attraverso Il Cortegiano, il divenire dell’indirizzo di pensiero: la preservazione di se stessi e la conversazione per soggiornare a corte, per piacere, non soltanto al Principe Gonzaga, ma ad ogni ascoltatore per creare nella parola una sorta di unità spirituale.
Le idee hanno bisogno della forza per realizzarsi, come la bellezza, ed ecco che alla forza della natura si è aggiunta quella della parola e quindi quella della lotta e dei dolori.
Quando apriamo i libri di storia e arriviamo al Congresso di Vienna, si apre uno scenario inquietante, quasi incredibile per non capire il perché politico e per non riuscire a spiegare la ragione di tanta frantumazione italica. Avremmo voluto leggere di una Italia sempre unita, forte, e non frantumata e sottomessa. Avremmo voluto leggere di una nazione intrisa di valori, passati e presenti, invece abbiamo dovuto continuare a leggere la via crucis di una liberazione e poi quella ricerca, che ancora continua, di unire gli italiani.
Lo abbiamo fatto passando per Castellucchio e procedendo per Curtatone, Montanara, Goito, Belfiore… Solferino e San Martino. Chi non ricorda questi luoghi? Ebbene sono i luoghi che oggi state vivendo e attraversando, quasi a voler ripercorrere la storia risorgimentale italiana e con essa la nostra storia, quella di ieri, come quella di oggi, ma soprattutto quella di domani.
Questa occasione di incontro rappresenta un inizio di uno studio, ma anche di una consapevolezza; la consapevolezza che l’unità della nazione passa attraverso la unità delle idee e rende orgogliosi per l’appartenenza.
Oggi stiamo avviando un primo passo verso la consapevolezza del passato, ma soprattutto del futuro, realizzando la conoscenza e dialogando orgogliosamente sul sacrificio di quanti hanno preparato per noi una nazione.
Dovremmo essere tutti più patrioti, oggi e sempre, per rispettare 150 anni di lotta, a diverso titolo e per diversi motivi, ma vigili, attenti, feroci difensori delle leggi e dei diritti della persona, come pure profondamente cristiani: sono questi i grandi valori sui quali vorremmo costruire il futuro che è il vero presente.
Il mio compiacimento, sentito e profondo, che unisco a quello dell’Amministrazione Comunale. e dell’Assessore alla P.I. e alla Cultura, va a questa bella iniziativa di gemellaggio con Taranto, la mia città; la città che mi vede presente anche se assente; la città che mi ha visto, a diverso titolo e con orgoglio, patriota contro la mafia ed altre avversità come la piaga dell’usura e del racket.
Grazie al Ds Antonio Pepe, mio antico amico, ma non per questo egli è qui oggi assieme ai suoi alunni e ai suoi collaboratori; egli è qui per dare il via ad una educazione permanente che vada nella direzione del rispetto della memoria per quanti hanno lottato e trovato la morte e per permetterci oggi di continuare a parlare italiano. Siamo qui tutti per ricordare l'appartenenza ad una nazione libera e speriamo pulita alla irregolarità.
Castellucchio, 13.6.2010 – Teatro SOMS