
In questo scenario appare difficile mantenere i riferimenti del passato in quanto il vivere quotidiano lascia spazio sempre più unicamente alla forza ed alla bellezza che, da sole, alimentano (sfamano) il relativismo profano. Il problema riamane quello di preservare e sostenere la ragione: un valore da proteggere, anche con coraggio, e da adeguare ai tempi. La sapienza oggi appare come la espressione di più saperi e di più conoscenze; come la sintesi di una cognizione pluridisciplinare e interdisciplinare; la sapienza, così come oggi la si percepisce, rappresenta la rete i cui nodi sono dei punti mobili che vanno a collegarsi con altri settori e discipline.
Quando penso a queste cose mi sento fortunato di avere le opportunità che pochi hanno, di tenermi lontano dai rumori e di apparire subito sordo a certe espressioni, a certi atteggiamenti, a certe turbolenze caratteriali. In determinati momenti occorre ricorrere al silenzio per attestare il proprio essere; l’ascolto, da solo, è già virtù, mentre il silenzio stesso suggerisce e dona una possibile spiegazione, saldando ulteriormente la catena di unione. Per procedere in questa direzione occorre tenere sempre accesa la luce dell’amore: un elemento imprescindibile per venir fuori dalla oscurità, ancor più se ci si trova nella oscurità dei sentimenti che devono essere qualità per essere sostenuti.

Allora, l’amore è insito nella natura stessa e ci apre la via al suo miglior utilizzo, fiorendo, donandosi, abbellendoci la esistenza. La pianta fragile non regge alle inclemenze del tempo, come la persona che impara non può ricevere scapaccioni e cattivi esempi e la persona che si ama non può essere picchiata, uccisa; va amata quella fragilità, che pur contiene la bellezza, per trasformarla in forza e per poter poi noi stessi poggiare una pietra per la costruzione della continuità. L’amore è una luce necessaria per comprendere i nostri simili; sia quelli che si sono da poco aggiunti a noi, che quelli che lo erano da prima, perché il pericolo è sempre in agguato e il male pronto ad impadronirsi di noi in ogni momento, ma soprattutto fare attenzione affinché le debolezze del momento non diventino motivi demolenti, ma trovino la giusta correlazione con i fatti e le vicende precedenti e vadano a colmare eventuali dolorosi vuoti.

La bellezza è gioia di esistere, non condanna; è contemplazione della diversità, non motivo di saccheggio e di rancore; è riferimento del bello che inizia il suo percorso dalla persona per raggiungere la perfezione ritornando alla persona stessa al servizio degli altri; è soprattutto consapevolezza per continuare un cammino che possa rafforzare il concetto dell’uomo attraverso il sostegno della forza e la virtù costruttrice della sapienza. La certezza che la bellezza passa, o per cambio di opinione o per possedimento della cosa bella, o, ancora, per il naturale passare del tempo, deve poter costruire il lato meraviglioso della vita oltre le semplici apparenze e renderlo duraturo, eterno come solo la forza dell’amore riesce a fare.
L’amore appare quindi la condizione principale del percorso del gaudio interiore e della vita; l’amore è uno specchio dove potersi ammirare e inchinarsi ringraziando Dio per averlo dentro di sé in quanto in esso può essere custodita la vita. L’amore estende i suoi benefici effetti alla forza, rende bella ogni nostra azione, ma soprattutto conduce al raggiungimento della sapienza che diventano i veri baluardi della libertà e della consapevolezza autonoma nella collettività. Vivere nell’amore significa vivere momenti che nessuno ha mai vissuto; significa vivere l’alba di un giorno che mai morirà, significa saper arginare ogni tentativo di prevaricazione e di imposizione forte.